Questo potrebbe essere l’ennesimo articolo che ti spiega che noi umani non siamo fatti per il multitasking. Infatti il multitasking è una prerogativa dei computer e dei dispositivi tecnologici 💻. Potrebbe essere anche l’ennesimo articolo che ti spiega che multitasking non vuol dire fare più cose contemporaneamente, bensì vuol dire passare rapidamente da un’attività all’altra 🔄.
Beh, lo sarà. L’ho appena fatto. Ma c’è qualcosa di più.
Un multitasking nocivo
Oggi vorrei parlarti di un tipo di multitasking che ritengo particolarmente dannoso. Lo vedo dilagare ormai in tutti i ristoranti e bar, ma anche negli uffici, nelle case ed è probabile che anche tu lo stia facendo ora, magari senza esserne consapevole.
Sto parlando di quel multitasking che non ci fa essere realmente presenti in quello che facciamo. Quello che ci fa perdere la connessione con la realtà e con quello che ci succede intorno. Prova a guardarti intorno e vedrai scene come queste:
- Il collega che è in riunione ma che nel frattempo prepara la presentazione per la riunione successiva 📄
- La persona che parla al telefono mentre scrolla svogliatamente i social 🤳
- Gli amici seduti insieme al bar che rispondono a messaggi di altre persone 📱
- La famiglia sul divano che guarda un film insieme e i genitori continuano a rispondere alle mail di lavoro 🧑💻👩💻
Quante volte ti succede di rispondere distrattamente “Si, si va bene” al/alla partner senza avere idea di cosa abbia detto? O quante volte hai mandato indietro il film di qualche minuto perché non ricordavi cosa fosse successo?
Siamo lì, ma siamo contemporaneamente ovunque. Siamo ovunque, ma in realtà da nessuna parte.
Il mito del multitasking
Il multitasking è un’illusione. Punto. È una falsa produttività che ci fa credere di ottenere il massimo dal nostro tempo, quando in realtà stiamo solo affaticando il nostro cervello 🧠 chiedendogli di cambiare continuamente focus. E ogni volta che lo facciamo ci mettiamo dai 9 minuti in su per adattarci al nuovo contesto. Sai che cosa vuol dire? Che la qualità di quello che stiamo facendo e che stiamo vivendo diminuisce e, allo stesso tempo, potremmo perdere anche attimi preziosi di vita, emozioni e ricordi.
Le risate degli amici diventano un rumore di sottofondo mentre controlli i social. Le riunioni diventano un’occasione per smaltire le mail arretrate. Le serate in famiglia diventano una scusa per riposarsi sul divano con il telefono in mano scrollando all’infinito.
Siamo connessi ma scollegati da quello che conta davvero. La nostra attenzione rischia di perdersi e frammentarsi nei mille stimoli che riceve da ogni parte.
Appunto, gli stimoli. Quasi sempre, è la presenza di uno strumento digitale a farci cadere nella trappola 🪤 . Che ne pensi?
L’era degli stimoli digitali

La Prof.ssa Gloria Mark, esperta e studiosa di informatica, psicologia e dell’impatto che i mezzi digitali hanno sulle nostre vite, afferma: “La tecnologia è progettata con l’intento di aumentare le nostre capacità e aiutarci a produrre di più, ma siamo anche distratti ed esausti nell’uso quotidiano che ne facciamo”.
Siamo sovra stimolati: notifiche, suoni, colori, immagini, video. Tra le mani teniamo uno degli strumenti 📱 più potenti mai creati che ha reso questo mondo pieno di stimoli la nostra normalità. E la conseguenza è che questo continuo flusso di informazioni sta influenzando la nostra mente, rendendola anch’essa un flusso continuo di pensieri, di preoccupazioni sulle cose da fare e altro.
Rimanere concentrati su una sola attività (leggi anche “essere presenti”) per un’ora sembra ormai impossibile. Infatti, numerosi studi hanno dimostrato che questa costante connessione sta modificando il nostro modo di concentrarci e sta facendo diminuire la nostra soglia dell’attenzione.
Ma possiamo davvero permettere che siano le email, le notifiche o i social a decidere che cosa fare del nostro tempo e della nostra attenzione?
Essere presenti diventa una scelta
Oggi credo che sia impensabile eliminare totalmente la tecnologia dalle nostre vite, possiamo però imparare ad utilizzarla con consapevolezza, senza farci allontanare da quello che conta davvero e difendendo i nostri spazi.
Dobbiamo scegliere intenzionalmente come usare il nostro tempo e a chi (o che cosa) dedicare la nostra attenzione. Ho usato il verbo “dovere” ma sto parlando di una scelta consapevole, fatta con volontà.
Solo così, scegliendo di fermarci ed essere davvero presenti, potremo capire l’importanza e la bellezza dei momenti che rischiamo di perdere. Un momento di gioco con i figli, i loro sorrisi e la loro felicità, una chiacchierata guardando negli occhi il/la partner dopo una giornata intensa passata separati, una riunione in cui ci confrontiamo con i colleghi e contribuiamo per davvero. Sono queste le situazioni in cui nascono le connessioni più profonde, le idee migliori e i ricordi più belli.
Riconosciamo l’unicità di quello che stiamo vivendo e viviamola, con presenza, fino in fondo.
Rivoluzione (e un po’ di evoluzione)
Dobbiamo qundi imparare a dare priorità alle cose che riteniamo importanti, senza dover scendere a compromessi sul tempo e sull’attenzione dedicate ad esse. Ma come possiamo farlo in pratica?
Credo che si possa usare un approccio di rivoluzione e anche di evoluzione (se non sai la differenza, in questo articolo ti spiego i concetti attorno a cui si sviluppa il progetto di Rievoluzione Umana).
Queste sono le attività di Rivoluzione che per me hanno funzionato e che ti suggerisco di provare:
- Riduci le notifiche al minimo 🔔. Controlla le impostazioni e tieni solo le notifiche essenziali. Io, ad esempio, ho lasciato solo le notifiche di WhatsApp (dei contatti, non gruppi) e delle banche (non si sa mai! 😅).
- Usa le altre funzionalità del tuo smartphone per aiutarti a concentrarti. Sull’iPhone, io trovo molto utili sia il “Riepilogo programmato” delle notifiche come anche la possibilità di creare diverse modalità di focus.
- Stabilisci dei momenti specifici nella giornata per controllare notifiche, e-mail, social e tutte quelle cose che solitamente ti distraggono. Puoi metterti un promemoria o un evento sul calendario. Oppure al contrario puoi pianificare dei “momenti di disconnessione” 📵 in cui telefono e altri dispositivi rimangono spenti o chiusi in un cassetto.
- Prova la modalità bianco e nero ⚪️⚫️. La puoi attivare dalle impostazioni del tuo telefono. Prova a guardare Instagram, Facebook o giocare a qualcosa in bianco e nero e ne riparliamo 😊. Sembrerebbe infatti che lo schermo in scala di grigi diminuisca l’effetto dopaminico di colori accesi, luci, e notifiche.
- Applica la Tecnica del Pomodoro 🍅. E’ una tecnica utile per allenare la concentrazione e tenerla per un periodo definito di tempo. Mai sentita? Te ne parlerò in un altro articolo!
Queste sono le cose che per me hanno funzionato e che puoi applicare anche tu da subito. Serve però fare anche una riflessione più profonda (quella che fa parte della nostra Evoluzione 😉) su cosa scatti dentro di noi quando entriamo in modalità multitasking. Noia? Disagio? Ansia? Paura di perdere qualcosa? Se imparassimo a conoscerci e capire questi elementi scatenanti, potremmo iniziare ad affrontarli con maggiore consapevolezza. Approfondiremo questi temi nei futuri articoli.
Spero che questi pensieri e suggerimenti ti siano utili. Quali altri tecniche hanno funzionato per te? Condividile nei commenti.
Ti auguro di ritrovare la tua “presenza” e di sceglierla in ogni momento 😌.


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